Si rileva che da diverso tempo, immediatamente a valle della captazione di un allevamento di trote sul fiume Corno, nel sito di interesse comunitario di Natura 2000 IT5210055, “Gola del Corno – Stretta di Biselli”, l’acqua scompare quasi del tutto essendo convogliata nelle vasche di un allevamento e viene restituita 1300 metri a valle. Nei pressi è inoltre nettamente percepibile un cattivo odore.
Dai rilievi effettuati direttamente dalle Guardie Ambientali Volontarie del WWF Umbria, da diverse segnalazioni che ci sono giunte e da testimonianze raccolte in loco, sono emersi i seguenti elementi:
Il rilascio di acqua a valle della captazione è sicuramente in modo rilevante al di sotto dei 1.000 litri al secondo del Minimo Deflusso Vitale stabilito nelle concessione. In ogni caso, non esiste alcuno strumento che renda visibile la quantità di acqua effettivamente captata e di quella lasciata defluire, né dagli idrometri installati sullo scivolo e alla fine della scala di risalita è possibile desumere tale dato.
Dallo scarico dell’allevamento risulta che ogni tanto viene immessa nel fiume una gran quantità di materiale maleodorante e torbido, a tal proposito le guardie giurate ambientali (pubblici ufficiali) del WWF hanno proceduto a fare delle verifiche.
Chiediamo chiarimenti agli organi di controllo provinciali e regionali ed in particolare:
Quale è il Minimo Deflusso Vitale che deve essere garantito dall’allevamento?
A quando risalgono gli ultimi controlli effettuati da Regione e/o Provincia e quale è stato l’esito delle misurazioni?
Quali sono i controlli effettuati da Regione e/o Provincia in relazione allo smaltimento dei fanghi dalle vasche di decantazione?
Perché non c’è alcuno strumento che indichi in modo chiaro la quantità d’acqua rilasciata?
In ogni caso, sia che il disciplinare della concessione da parte del titolare dell’allevamento venga rispettato oppure no, la responsabilità degli Enti preposti è certa, o per i mancati controlli o per aver autorizzato una situazione di degrado ambientale intollerabile.
Inoltre genera grande sconcerto il plauso che è stato fatto, alcune settimane fa ad un convegno a Norcia sulla itticoltura, di un’attività economica definita “d'eccellenza” della nostra regione che ha invece un elevato impatto ambientale in un Sito di Interesse Comunitario e che, oltretutto, incide negativamente anche sulla principale risorsa economica della Valnerina, il turismo, che della bellezza e della integrità del proprio ambiente fa un punto di eccellenza; ribadiamo, un plauso fatto a questo tipo di attività nonostante sia stato presentato anche un ricorso al Tribunale delle acque contro il Piano delle acque deliberato dalla Regione Umbria.
Il Presidente del WWF Umbria
Antonella Pulci